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Il desiderio di progettare un orto domestico affascina molte persone, sia per la possibilità di consumare verdura autoprodotta, quindi dalla provenienza sicura, sia come hobby che regala una grande soddisfazione personale.

Se abbiamo a disposizione un appezzamento di terreno abbastanza grande, possiamo adibirlo ad orto in pochi e semplici passi.

Certo, è sconsigliato piantare i semi o trapiantare le piante senza avere uno schema preciso. Non è solo una questione di ordine, quanto anche di produttività: radici troppo vicine potrebbero danneggiare a vicenda le piante o togliere elementi nutritivi che non consentono un adeguato nutrimento.

Crescendo poi, i rami potrebbero intrecciarsi e avvicinarsi troppo, limitando lo sviluppo dei frutti sia in grandezza che in quantità.

Anche per piantare le aromatiche è necessario prendere le misure, sia come spazio che come consociazione: alcune piante, se messe accanto, traggono giovamento una dall’altra; altre, invece, limitano a vicenda la propria crescita.

Ecco perché è importante disegnare e progettare un orto prima di piantare anche un solo seme all’interno del proprio giardino.

Lo spazio che abbiamo a disposizione è importante per determinare che forma dare al nostro orto.

Da questa forma dipende tutta la struttura che daremo al nostro appezzamento da coltivare.

Partiamo dall’individuare lo spazio d’entrata e il punto d’acqua, che deve essere posizionato in maniera tale da poter collegare tutto il sistema idrico che servirà l’orto per intero.

Quindi tracciamo i camminamenti che useremo per passare tra le zolle coltivate senza pestarle. Ne è previsto uno principale, cui sono collegati camminamenti più piccoli per arrivare a tutte le porzioni di terreno.

La ricerca poi della facilità di coltivazione e il miglioramento del design, consiglia di coltivare il nostro orto in cassoni di metallo, legno o salice intrecciando donano all’insieme una scenografia più architettonica e emozionale.

L’aggiunta di fiori da recidere da cogliere con le nostre verdure e un’illuminazione discreta renderà magico il nostro orto anche nelle ore serali

Mente e giardino

Prendendosi cura di un giardino, si cura la propria animaNatura e mente sono intimamente connesse e interdipendenti, ecco perché prendersi cura della salute del pianeta sviluppando una coscienza sostenibile, o semplicemente di un piccolo giardino, è possibile solo a partire dalla trasformazione dell’idea che noi abbiamo della natura. 

L’ecopsicologia lo chiama inconscio ecologico, quel senso di reciprocità tra uomo e ambiente che ridefinisce i limiti dell’io e lo pone in una relazione costante. Una realtà primigenia che ha sempre abitato dentro di noi, una memoria che aspetta solo di essere rievocata.

Lo spiega bene la scrittrice Susanna Tamaro (in libreria con Invisibile Meraviglia. Piccole lezioni sulla natura, Solferino), quando dice che la natura è in grado di risvegliare il senso della meraviglia solo se prima facciamo un lavoro sul nostro pensiero. Ovvero, solo quando eliminiamo tutte le lenti classificatorie, permettiamo allo stupore di colpirci e riconosciamo che gli animali e le piante che ci circondano ci parlano di noi stessi e del mistero che ci avvolge, bellezza simbolo dell’altrove. 

Il filosofo Byung-Chul Han, ormai noto anche ai non addetti ai lavori, ha appena pubblicato il suo Elogio della terra, edito da Nottetempo. Amante della filosofia zen, racconta di come aver allestito un giardino gli abbia restituito il senso della realtà e un mondo molto più vasto di quello visibile attraverso uno schermo. Lo ha chiamato Bi-Won (“giardino segreto” in coreano) e la cura, che richiede anche fatica fisica, gli prova una stanchezza sana, ma non sfinente come quella di giornate intere trascorse nel digitale, una stanchezza che apporta benessere e gioia. Fare giardinaggio diventa quindi un atto che possiamo includere dentro al cappello della mindfulness perché permette di fare esperienza del tempo presente, l’unica dimensione portatrice di felicità e rilassante per la mente. 

È stato riscontrato che il contatto con la natura migliora la salute mentale, le persone che fanno giardinaggio ogni giorno godono di un benessere maggiore. Il giardinaggio è stato prescritto dal SSN dal 2019 e gli studi suggeriscono che il solo fatto di guardare degli spazi verdi può persino ridurre i tempi di recupero in ospedale.

Realizzare e curare un giardino è piacere per i sensi. Kendra Wilson, autrice del libro Garden for the Senses, sul Guardian suggerisce di scegliere sempre piante e fiori che stimolano almeno due dei cinque sensi

Alice Rosati

Le piante grasse si compongono di diverse specie tipicamente ornamentali, il loro aspetto scultoreo, si presta perfettamente alla composizione di un giardino sia in esterno che in interno, realizzato con un insieme di specie adatte a vivere all’esterno. Se si può disporre dello spazio adatto, un giardino di piante grasse può rappresentare un valore aggiunto per la propria casa, semplice da realizzare e che non ha bisogno di particolari cure, ne soprattutto di molta acqua. Naturalmente c’è bisogno di un terreno adatto, il sole non deve mai mancare e l’inverno deve essere abbastanza mite da garantire una sufficiente umidità per mantenere le piante in buona salute.

Questo tipo di piante si sceglie naturalmente per gusto estetico, ci possono essere poi altri fattori che influenzano la scelta, in genere perché non necessitano di molta manutenzione, non sporcano perché non hanno foglie o rami, perché sono piante che vivono a lungo e, essendo caratterizzate da una crescita abbastanza lenta, non devono essere potate, trapiantate o spostante in ambienti più grandi. Infine, un giardino di piante grasse non deve essere innaffiato periodicamente, anzi, durante il periodo di riposo vegetativo le piante non hanno bisogno di acqua, quindi si risparmia su impianti di irrigazione e sulla gestione nell’insieme di tutto il giardino. 


La creazione di un giardino di piante grasse offre la possibilità di scegliere diverse soluzioni di colore, di forma e grandezza e di fioritura. Si può infatti giocare sia con le dimensioni, tenendo conto che si sono specie nane e specie giganti, che con le fioriture, diverse per colori e per periodi dell’anno. La principale famiglia di piante grasse per giardino esterno è quella dei cactus. Per un giardino esterno si possono scegliere le piante grasse succulente, quelle senza spine e con fiori, le piante sempreverdi e quelle appartenenti al genere dell’Agave americana.

La caratteristica principale di questa famiglia di piante grasse è soprattutto la forma. Le piante grasse con i fiori sono infine le più delicate, sono infatti pochi gli esemplari che fioriscono o fruttificano, questo avviene soprattutto in primavera ed estate agli esemplari in buona salute. Per vedere una pianta grassa fiorire occorrono condizioni climatiche ottimali e molti anni, ci sono specie che fioriscono ogni 10 anni e addirittura piante grasse come il Carnegiae, che possono arrivare a produrre dei fiori giganti dopo un periodo di germinazione superiore ai 50 anni.

Di sicuro il fattore più importante per un giardino di piante grasse è la luce. Il giardino deve essere posizionato in una zona molto luminosa e soleggiata per buona parte del giorno. Bisogna poi garantire a queste piante delle condizioni climatiche adatte, serve il caldo nella stagione estiva e sono necessarie temperature miti in inverno.

Da qualche anno, il giardino non è più visto solo come una distesa di prato con una siepe e qualche cespuglio. È diventata una vera e propria estensione della casa, con un’attenta pianificazione e decorazione. Progettare l’esterno è ora simile a creare spazi abitativi caldi, piacevoli e rispettosi dell’ambiente. 

Le successive reclusioni hanno accentuato la necessità di godere dell’aria aperta. Per chi aveva un giardino, spesso era un aiuto prezioso per affrontare questo periodo difficile. Per i meno fortunati, la reclusione evidenziava la necessità di poter fuggire, anche da casa.

Il mondo del giardino è quindi più che mai apprezzato. Ora è percepito come una vera e propria estensione della casa: uno spazio per essere coccolati, per sentirsi bene e per passeggiare. 

Come per ogni stanza della casa, anche per il giardino si lavora sull’atmosfera. Gli elementi decorativi per esterni si moltiplicano: tappeti, cuscini, luci, portacandele, sculture, sedute di design… L’obiettivo è duplice: creare un’oasi di pace per ricaricarsi, ma anche uno spazio conviviale da vivere insieme. 

Sempre più percepito come un rifugio, il giardino sta diventando un vero e proprio bozzolo privato. Uno spazio per ricaricare le batterie. In questo senso, la ricerca della privacy è essenziale. Una delle tendenze è quella di limitare la visibilità del giardino lungo il perimetro della proprietà con mezzi estetici. Le recinzioni opache sono ornate da piante rampicanti o piccoli vasi di erbe aromatiche, la vegetazione rigogliosa nello stile di una giungla urbana crea naturalmente uno spazio al riparo dalla vista e le tele tese sono sempre più comuni per proteggere dai piani superiori. 

 Le recinzioni diventano elementi decorativi come le piante e i mobili da esterno. Il loro ruolo non è più solo quello di mettere in sicurezza la vostra proprietà, ma anche di partecipare alla creazione di un’atmosfera armoniosa ed elaborata. 

In linea con il movimento “rifiuti zero” e con il consumo di alimenti sani, la più grande tendenza è senza dubbio la coltivazione di un orto giardino. Lavorare la terra non è solo rilassante, ma anche gratificante. Coltivare e mangiare la propria frutta, verdura ed erbe aromatiche è fonte di orgoglio e di molti altri benefici. È ecologico ed economico. Permette di mangiare cibi non importati, di stagione e senza trattamenti chimici.

Con il ritorno della bella stagione, quando le giornate si allungano e il sole splende alto in cielo, la necessità condivisa è quella di riappropriarsi della vita all’aperto e di godere il più possibile degli spazi all’esterno. Quindi più che mai quest’anno ricorre il tema dell’abitare en plein airterrazzi, giardini e, perché no, anche balconi diventano piccole oasi di pace. La produzione, tra la ricerca di comfort e nuove soluzioni tecnologiche verte su elementi d’arredo, strutture e materiali che portano all’esterno tutti i principi base dell’architettura di interni. L’outdoor diventa così sempre più simile all’indoor di una casa accogliente e ricercata. Le regole sono le stesse, sia per un piccolo balcone che per un terrazzo dalle grandi metrature: semplicità, materiali e colori naturali, illuminazione solare. 

Così, se qualità e un curato design vanno di pari passo, se comfort e funzionalità non devono mancare, per chi è in procinto di rinnovare i mobili da giardino, vale la pena prendere spunto anche dalle tendenze dell’anno. Oltre ai classici arredi evergreen, in legno, rattan e vimini, la novità, è la comparsa dei colori pastello, capaci di “rinfrescare l’anima” e dare un tocco di “intensità elettrica”. A secondo dello spazio a disposizione, l’area outdoor può esser attrezzata per la zona living, relax e pranzo. Oltre a divani, poltrone, tavoli e sedie, come vedrete dalla nostra selezione con qualche novità dal Salone del mobile, gli spazi esterni si sono arricchiti di poltrone sospese e lettini a dondolo da una o due piazze. Oltre all’arredo è importante la scelta di complementi e accessori che personalizzano lo spazio, come tappeti, cuscini, lanterne e lampade per esterni, bracieri.

Come un regista che osserva la scena da un determinato punto di vista, il progettista può scegliere di pennellare con la luce gli elementi del giardino o del paesaggio. Alberi e masse arboree, con la loro forma, colorazione e sviluppo diventano gli attori della scena. Connessioni visive e prospettive diventano lo strumento attraverso cui trasmettere precise chiavi di lettura dell’ambiente circostante. 

Gli apparecchi di illuminazione devono essere concepiti per assecondare la mutevolezza e la complessità degli elementi naturali. Devono diventare strumenti flessibili e facilmente orientabili. Devono fondersi nel giardino e mimetizzarsi nel contesto attraverso forme esili e leggere e colorazioni naturali. 

L’incasso a terra con emissione di luce dal basso verso l’alto rimane una delle soluzioni più utilizzate per valorizzare le chiome o la verticalità dei fusti. 
Di giorno, essendo installati nel terreno, restano completamente nascosti alla vista. Di notte, grazie alle nuove ottiche comfort e alla sorgente in posizione arretrata, è possibile ridurre notevolmente il possibile l’abbagliamento e creare scenografie diversificate in relazione alla loro posizione rispetto all’elemento verde e al fascio utilizzato. 

Un’altra soluzione innovativa per illuminare un albero importante nel nostro giardino lungo la sua circonferenza è un incasso di forma curva come per esempio il Miniround. Questo corpo illuminante può essere utilizzato singolarmente o in modo consecutivo per disegnare una circonferenza perfetta.

Con Miniround è possibile disegnare suggestive cornici luminose, enfatizzando tronchi e chiome verdi, colonnati, sculture e percorsi non rettilinei. 

I paletti da giardino rappresentano un’altra soluzione estremamente utile in tutti quei casi in cui sia necessario puntellare con la luce un percorso o un camminamento in assenza di pareti, muri di confine o altre superfici di supporto. Il paletto diventa elemento stand-alone che definisce una sequenza e una direzione all’interno dello spazio esterno. 
Paletti con testa orientabile e stelo filiforme come Appley con la sua caratteristica forma a campanula, emergono in modo discreto dalla massa arborea per proiettare il fascio nella direzione desiderata. 

Per illuminare un giardino in modo suggestivo potrebbe essere interessate mettere in risalto arbusti o essenze erbacee di media altezza creando delle macchie luminose sparse e puntuali. 
La famiglia Spillo, nasce per questo scopo e con il suo stelo verticale ed estremamente sottile, simula la forma delle erbacee consentendo di direzionare il fascio nella direzione desiderata in modo semplice, veloce e flessibile. 

A Singapore è stato inaugurato un nuovo grattacielo: è CapitaSpring, un’oasi alta 280 metri che contribuisce allo sviluppo verticale della città. È tra le torri più alte della metropoli ed è stato progettato dal Big- Bjarke Ingels group in collaborazione con la Carlo Ratti Associati. Si trova nel cuore del distretto finanziario, proprio dove in precedenza sorgevano un parcheggio pubblico e un hawker center. Il grattacielo è stato ufficialmente completato dopo una fase di costruzione durata quattro anni.

A oggi, più del 99% dello spazio per gli uffici e per i negozi è stato dedicato al grattacielo di 93mila metri quadrati, adibito a un uso misto, che si contraddistingue per il suo gioco dinamico di linee ortogonali, i giardini e le diverse trame della facciata. In aggiunta ai rigogliosi giardini e al parco sul tetto, CapitaSpring comprende anche una residenza per i cittadini, un hawker center, ristoranti e spazi pubblici.

Ad altezze diverse, gli elementi verticali che compongono la facciata dell’edificio si aprono per permettere di vedere scorci delle oasi verdi e del giardino sul tetto. Il grattacielo ospita più di 80mila piante, con un green plot ratio, un’area verde totale di oltre 8.300 metri quadrati, equivalente al 140% dello spazio occupato.

I primi 8 piani sono dedicati agli alloggi ammobiliati, incluse strutture come piscinavasche idromassaggio, percorso da jogging, palestra, cucina condivisa, lounge per i residenti e spazi per il barbecue. I 29 piani superiori mettono a disposizione spazi premium per gli uffici con vista panoramica su Singapore river e Marina bay.

I sentieri del giardino creano passaggi per l’ingresso nella City Room, un open space alto 18 metri ai piedi del grattacielo. Creato come riparo dal sole tropicale e dalla pioggia, accoglie gli inquilini con ingressi separati per chi deve recarsi in ufficio, agli alloggi, nei negozi e al ristorante. L’iconico Market Street Hawker Center è stato ricreato al secondo e terzo piano con 56 bancarelle di cibo.

Al centro dell’edificio, in mezzo alle strutture degli uffici e delle residenze, ci sono 4 livelli connessi tra loro di aeree verdi, che compongono la Green oasis – un giardino all’aria aperta per lavorare, passeggiare, trascorrere momenti di relax, allenarsi e organizzare eventi. La Green oasis inserisce verticalmente elementi naturali nella struttura, garantendo ai residenti l’accesso a spazi verdi.

A CapitaSpring sono state assegnate le certificazioni di Green Mark Platinum e Universal Design Gold dalla Building and Construction Authority di Singapore. L’edificio offre anche una serie di servizi a supporto della mobilità sostenibile in vista del Singapore green plan 2030, tra cui 165 lotti di biciclette e una pista ciclabile lunga 600 metri lungo il perimetro dell’edificio.

Dall’antichità, fino ad oggi, in tutti i tempi, è uno degli elementi che più si presta in giardino ad essere giocato in mille variazioni, parliamo dell’acqua.
Nei giardini egiziani l’elemento focale erano le decorative vasche centrali, mentre altre vasche, più piccole, poste in vari angoli nei pressi delle aiuole, servivano essenzialmente per irrigare le piante.
Nella Francia di re Luigi XIV, in residenze regali, come Versailles, c’erano grandiose opere, su canali e laghi artificiali si muovevano ogni sorta di barche, gondole e gondolieri fatti arrivare appositamente da Venezia, mentre una vera “flotta da giardino” con tanto di ammiraglio inscenava battaglie navali nei canali.
La fantasia, nella costruzione degli impianti d’acqua dei giardini, non si mai è fermata, neppure davanti alle più estrose realizzazioni… Oggi, però, per motivi ovvi di spazio e di economia, si realizzano opere più modeste, ma non ci si priva del piacere dell’acqua.
Fontane, ruscelli, sorgenti, vasche, semplici botti, giochi, piccoli canali, laghetti e piscine tradizionali o biologiche, grandi o piccole, per ogni situazione si trova una soluzione dal sapore squisitamente personale.

Una sicura indicazione per scegliere la scenografia che fa al caso nostro è determinata dalle aspettative e dal rapporto che abbiamo con l’acqua. C’è chi desidera un angolo di giardino sognante, con una piccola vasca, magari circondata da una delicata vegetazione acquatica, ideale per ritirarsi e rilassarsi dopo una faticosa giornata lavorativa. C’è chi invece aspira a un impianto più in vista, movimentato con giochi d’acqua e di notte illuminato con effetti speciali, tutto a puro scopo decorativo. C’è ancora chi preferisce un quieto laghetto dove coltivare piante acquatiche e palustri e anche qualche pesce; sono gli appassionati della natura, che saranno spesso accanto al loro laghetto per osservare fauna e flora. Ci sono poi i tanti appassionati della piscina che oggi hanno l’imbarazzo della scelta: piscina tradizionale o biologica, vasca grande, o vasca piccola attrezzata con impianto controcorrente, o vasca superaccessoriata con idromassaggio e aromaterapia inclusa… Anche una vasca, o un ruscello per il gioco dei bambini, possono diventare il punto di maggiore attrazione di tutto il giardino.

Le piante acquatiche e palustri sono necessarie nei giardini d’acqua, non solo perchè fanno parte dell’ambientazione, ma anche perchè la vegetazione, nelle soluzioni più belle, fa intuire la presenza dell’acqua ancora prima di vederla!
Tra le più belle piante attorno all’acqua si contano gli infiniti generi di bambù (tra altri, Sasa, Phyllostachys, Semiarundinaria, Pseudosasa,Chusquea), tutte le varietà di Hosta, Rodgersia aesculifolia, le moltissime varietà da terra, palustri ed acquatiche di Iris, la spendida e maestosa Gunnera, Heuchera, Astilbe e Geranium che copre completamente il suolo.

La coltivazione di piante e ortaggi nel proprio giardino urbano, fenomeno noto come urban gardening, sta attraversando una fase di crescente popolarità. Sono sempre di più, infatti, quelli che scelgono di “produrre” in autonomia i propri alimenti. Seguire questo trend è piuttosto semplice, poiché non richiede particolare attrezzatura e si può implementare anche sul balcone o in terrazza, vale a dire lì dove c’è spazio a sufficienza. Per cominciare servono terreno e vasi, nella fattispecie letti rialzati, decisamente più flessibili da disporre sulla superficie. Completano la dotazione necessaria, pale di piccole dimensioni, annaffiatoi, tutori e guanti da giardinaggio. La primavera è la stagione ideale per i primi tentativi di coltivazione. A seconda della grandezza delle superfici coltivabili e del numero di piante, la gestione dell’orto può richiedere da pochi minuti a una mezz’ora al giorno. Meglio optare poi per una concimazione biologica, ottenuto con vari rimedi casalinghi.

L’urban gardening era di tendenza già prima della pandemia Covid. Da tempo infatti, non è più possibile ignorare il dibattito sul cambiamento climatico, i cui effetti sono già visibili in molte aree del mondo. L’urban gardening è dunque un fenomeno collaterale e concomitante, legato al crescente interesse verso l’ambiente come pure al desiderio di abbracciare uno stile di vita più sostenibile. Praticare il giardinaggio in città promuove di fatto il consumo di prodotti locali e riduce le rotte di trasporto: non c’è tragitto più breve che dal vostro vaso direttamente in tavola. Soprattutto nelle metropoli più densamente popolate inoltre, i giardini migliorano il microclima e offrono a molte specie animali un habitat ideale, o quantomeno un luogo dove rifugiarsi.

Il giardinaggio urbano prevede innanzitutto ortaggi. In rapporto alla superficie, la resa è qui relativamente abbondante e il raccolto molto più veloce, diversamente ad esempio dagli alberi da frutto. Chi possiede un giardino urbano o domestico, anche di piccole dimensioni, all’interno di una città particolarmente popolosa, ha di fatto a disposizione una superficie di dimensioni non trascurabili, che consente così di provvedere in modo sufficiente all’autosostentamento. In più, l’urban gardening è praticabile anche sul balcone, in terrazza e persino sui davanzali delle finestre. Tuttavia, le specie non si limitano soltanto a ortaggi ed erbe aromatiche. Alcuni amanti del giardinaggio e fortunati possessori di un giardino urbano stanno infatti anche provando l’allevamento dei polli, per sfruttare al meglio il potenziale del proprio giardino.

Il giardino Zen è un luogo di pace, relax e meditazione. Le sue linee essenziali e l’aspetto calmo creano uno spazio intimo dove rilassarsi e connettersi con lo spazio circostante, e la propria interiorità

Il giardino zen, in giapponese Karesansui – natura secca, è un tipo di giardino giapponese, che si distingue dalle altre tipologie poiché privo di acqua (anche se in un giardino zen moderno l’utilizzo dell’acqua è previsto). È composto da sabbia, ghiaia e rocce che vengono utilizzate per simulare il movimento dei corsi d’acqua oltre che da piante ornamentali dalle architetture composte e decise.

La definizione giardino zen apparve per la prima volta nel libro One Hundred Kyoto Gardens di Loraine Kuck del 1935, ma i giardini zen hanno origini molto più antiche.Il Karesansui nasce in Giappone nel VIII secolo con lo scopo di decorare i palazzi nobiliari. In quel periodo i giardini zen erano inseriti in ampi giardini contenenti acqua e fu solo nel XIV secolo, nei monasteri dei buddhisti zen, che iniziarono a essere considerati delle unità separate dagli altri giardini. 

Ricreare un giardino zen delle stesse dimensioni dei giardini zen giapponesi è praticamente impossibile, basti pensare che il giardino zen Giappone più famoso, il giardino delle rocce del tempio di Ryoanii, misura 250 metri quadri. Questo però non significa che non si possa ricreare un giardino zen in giardino, o per chi non ha spazio un giardino zen sul terrazzo

Prima di realizzare un giardino zen è necessario ricordare che gli elementi principali per realizzarlo sono asimmetria e disparità, viste dai giapponesi come simboli dell’autenticità della natura (tutto quello che è simmetrico viene considerato artificiale) e il contrasto, elementi alti che si affiancano a elementi bassi sempre seguendo il concetto di asimmetria. Creare ungiardino zen esterno è facile anche per chi non ha il pollice verde, visto che i Karesansui tradizionali non necessitano di acqua per vivere. 

In questo caso basterà dotarsi di pietre, sabbia, ghiaia e realizzare il proprio spazio di meditazione, meglio se delimitato da una struttura in legno o in pietra per evitare che la base di sabbia perda la sua forma originale. Gli accessori fondamentali per creare dei disegni sulla sabbia sono i rastrelli e gli accessori per levigare la sabbia dopo aver disegnato. Se invece si vuole realizzare un giardino zen esterno con piante e acqua si può spaziare con la fantasia, sempre seguendo i dettami dell’asimmetria e del contrasto. Il consiglio è quello di disegnare prima uno progetto del risultato finale desiderato, per poi cominciare a realizzare il giardino zen vero e proprio.